Perché Maverick Vinales può portare la Yamaha al titolo mondiale MotoGP
LOSAIL – In una notte nel deserto che poteva e doveva essere rossa, festeggia la Yamaha. Due Ducati sul podio – il francese Zarco e Francesco Bagnaia- sono comunque una meraviglia e quando all’inizio della corsa nel sono andate in testa addirittura 4, una dietro l’altra, con l’Aprilia di Espargaro al 5°posto è stata scritta una bella nota per il motociclismo italiano in Medio Oriente. Però sono i giapponesi ad avere vinto. E lo hanno fatto due volte. Evidentemente con Vinales che ha tagliato il traguardo mimando il pancione della moglie Raquel Subirà, di Roses in Costa Brava, stesso paese del marito. Tra pochi mesi diventerà padre di una bimba, Nina.
Maverick vuole regalarle un titolo della classe regina che insegue da una vita (ha vinto il mondiale Moto3 nel 2013): da quando era bambino e batteva Marc Marquez nelle minimoto.
E’ stato potente ed elegante al tempo stesso, protagonista di una grande rimonta, infine ragioniere nel gestire il largo vantaggio: sembrava proprio Marquez, il cannibale.
Ma il successo più importante, la Casa di Iwata sembra averlo costruito congedando lo scorso anno Valentino Rossi con un sincero «mi dispiace». Il dottore andò dal general manager della Yamaha Racing Lin Jarvis domandando «non mi lascerete mica a piedi, vero?» e ha ottenuto di correre per almeno 1 anno nel team satellite Petronas Yamaha. Il suo posto nel team ufficiale è stato preso dal giovane e ambizioso francese Fabio Quartararo, in Qatar ottimo nella prima metà della gara e poi 5° al traguardo.
La nuova giovane coppia Yamaha Racing funziona alla grande. Così come la loro M1: «abbiamo fatto un piccolo, fondamentale progresso: e ora non è più così complicato sorpassare» ha spiegato il vincitore del GP Qatar.
Valentino Rossi invece ha chiuso lontano, 12°. Non è certo il modo migliore per iniziare una stagione nella quale -parole sue- dovrà puntare a «vincere almeno una gara e salire sul podio il più possibile, restare in classifica tra i primi 5: altrimenti smetto, non vale più la pena di fare tutti questi sacrifici». Il pesarese ha la stessa moto di Vinales e Quartararo: ma dopo quattro giri la sua gomma posteriore ha cominciato a deteriorarsi. «Strano» si è detto ai box. Dopo altre tornate vibrava che era quasi impossibile restare in equilibrio. «Era già successo durante le prove in una simulazione di gara. Non riusciamo a capire: per qualche misterioso motivo, io stresso la gomma. Questa volta è successo già all’inizio. Eppure faceva più freddo del solito- ha detto il dottore-».
Rientrato al box, Valentino si è rintanato in una lunga riunione con il capo tecnico David Munoz e gli altri meccanici. Ne è uscito con un’espressione smarrita. «Dobbiamo trovare subito una soluzione, perché qui si corre di nuovo tra una settimana il 4 aprile e non possiamo certo presentarci in queste condizioni» e ha aggiunto «mi aspettavo molto di più, soprattutto dopo le qualifiche. Al via sono partito bene, anche meglio di Vinales e Quartararo». Ma le Ducati alla prima curva sono arrivate come missili. «Ho perso subito tante posizioni. E poi che fatica. No, questa non è la domenica che volevo per cominciare il 2021».
Al compagno e “nipote” putativo Franco Morbidelli, tra i favoriti per la conquista del titolo, è andata pure peggio: dalla terza fila è subito precipitato al penultimo posto.